L'olio di Oliva

Olio di oliva senza trattamenti e conservanti a Siderno

Tutti gli oli alimentari, escluso quello di oliva, per essere consumati devono subire una raffinazione allo scopo di eliminare tutte le sostanze dannose che non li rendono commestibili. 
Quello di oliva, al contrario, è l’unico olio che può essere consumato direttamente crudo, dopo la spremitura del frutto, senza nessuna controindicazione.
Alimento completo, ricco di minerali ed antiossidanti, ha valori nutrizionali elevati grazie alle sue caratteristiche organolettiche e alla sua composizione chimica. 
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L'olio: alimento completo e indispensabile 

È una miscela in qualunque proporzione di oli rettificati di oliva e oli extravergine o vergine, che per legge ha un’acidità libera massima dell’1%.

Grazie alle sue caratteristiche è consigliato per le fritture, come valido sostituto degli oli di semi, o per la cottura di alimenti.

Pur mantenendo la stessa composizione di acidi grassi tipica degli oli di oliva, l’olio raffinato o rettificato è inodore, incolore e insapore, privo di sostanze benefiche come i polifenoli e commerciabile solo allo stato sfuso.

Si ottengono attraverso un processo industriale di raffinazione che riduce l’acidità fino al limite stabilito allo 0,3%, elimina le sostanze ossidate e corregge i difetti organolettici degli oli da cui provengono.

Sono compresi tutti gli oli estratti dai semi oleosi mediante l’utilizzo di solvente e sottoposti successivamente a processi di raffinazione. I semi vengono prima essiccati, poi macinati, impastati con l’esano, come si fa per gli oli di sansa, e infine raffinati.

È un olio estratto mediante solvente dai residui secchi delle olive appena spremute, poi sottoposto a un processo industriale di raffinazione e infine miscelato con oli vergine commestibili o extravergine, in qualunque proporzione. La legge stabilisce che l’acidità degli oli di sansa non possa superare l’1%.

Questo olio viene estratto mediante solvente o altri processi fisici dalle olive già molite, e deve essere sottoposto ad un processo di raffinazione.

Si ottiene dalla raffinazione dell’olio di sansa di oliva greggio e può raggiungere un livello di acidità libera dello 0,3%. L’olio di sansa raffinato può essere commercializzato solo allo stato sfuso.

Classificazione e caratteristiche dell'olio di oliva 

è ricavato tal quale dalla spremitura delle olive. La sua acidità libera (espressa in grammi di acido oleico su 100 grammi di olio) non è superiore a 0,8 grammi per 100 grammi (0,8%). Inoltre, al Panel test (esame organolettico) risulta privo di difetti, con note positive di fruttato.

è anch’esso ricavato tal quale dalla spremitura delle olive. È qualitativamente inferiore all’olio extra vergine di oliva e ha un’acidità libera (espressa in grammi di acido oleico su 100 grammi di olio) non superiore a 2 grammi per 100 grammi (2%). Al Panel test presenta difetti leggeri. 

ha un’origine e una storia più complessa rispetto agli oli di oliva vergini ed extra vergini. La sua stessa etichetta, infatti, riporta la dicitura:“composto di olio di oliva raffinato e olio di oliva vergine”. Ha un’acidità libera (espressa in grammi di acido oleico su 100 grammi di olio) non superiore a 1 grammo per 100 grammi (1%). 

ha un’origine e una storia ancora più lunga e complessa rispetto a tutti quelli precedenti. Anche in questo specifico caso l’etichetta riporta la dicitura:“olio contenente esclusivamente oli provenienti dal trattamento della sansa di oliva e oli ottenuti direttamente dalle olive”. Ha un’acidità libera (espressa in grammi di acido oleico su 100 grammi di olio) non superiore a 1 grammo per 100 grammi (1%). 


Dati i frequenti equivoci sul nome (spesso, purtroppo, si scambia l’olio di oliva con l’olio extravergine di oliva!), è molto utile precisare sempre che l’olio di oliva si ottiene dal taglio (miscela) di un ‘olio di oliva vergine lampante’, che dev’essere raffinato, con un olio di oliva vergine diverso dal lampante (olio di oliva vergine o olio extra vergine di oliva). 

è così denominato perché in epoche passate veniva utilizzato per l’illuminazione, come combustibile, ma anche per altri usi di tipo non alimentare. È un olio che presenta difetti organolettici gravi e che è nato male in partenza per diverse ragioni che possono essere imputabili al clima, ad attacchi patogeni o a procedure negligenti nel corso della filiera produttiva (in campo così come in frantoio). L’olio di oliva lampante non è ammesso al consumo e, pertanto, viene inviato alla rettifica durante la quale subisce dei processi chimici di raffinazione che prevedono diverse fasi (demucillaginazione, neutralizzazione, decolorazione, deodorazione). 

così ottenuto non è ammesso al consumo, ma miscelato con un olio vergine diverso dal lampante diventa, appunto, olio d’oliva, largamente diffuso nella grande distribuzione ed acquistato dalla maggioranza dei consumatori in realtà poco attenti alla reale composizione e all’origine (che attribuiscono semplicemente alle sole olive!), nonostante in etichetta sia pure specificato:“miscela di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini”. 

invece, è un olio molto diverso dall’olio di oliva. Infatti, sebbene la materia prima di partenza sia sempre il frutto, quest’olio si estrae dalla sansa e cioè dai residui solidi della lavorazione delle olive che avviene in frantoio e quindi da quel che resta di parti di buccia residua, di polpa e di nocciolo schiacciati. Di fatto, in questa frazione solida lavorata in frantoio è ancora presente una quantità residua di olio che è possibile estrarre tramite solventi chimici per arrivare a produrre

Anche quest’olio, per essere ammesso al consumo, va prima raffinato per diventare ‘olio di sansa di oliva raffinato’ e poi miscelato con un olio vergine diverso dal lampante (olio di oliva vergine o olio extravergine di oliva) per diventare, appunto, ‘olio di sansa di oliva’ usato, prevalentemente, nell’industria alimentare per la preparazione di prodotti da forno e nelle fritture. 

è quello che ha qualche lieve difetto, anche a livello sensoriale. Per la normativa vigente, pertanto, non è più classificabile come extra vergine, ma in una classe inferiore: quella dell’’olio di oliva vergine’. Ovviamente, è più economico dell’extra vergine e viene spesso utilizzato in frittura, ma anche nella preparazione dei sott’olio. Prevalentemente, per ottenere gli ‘oli di oliva’. 

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